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Il fianco sconosciuto della Russia: storie di Donne di Eugenia Gresta
Letti per voi
Nel 1965, in In luogo di nota, componimento dai toni e dall’emozionalità squisitamente femminili, la poetessa russa Anna Achmatova scriveva: Ma lì dove s’inventano i sogni, / Diversi per entrambi non bastavano, / Uno noi ne vedemmo, ma di forza / Come quando irrompe la primavera.
Margherita Belgiojoso ricostruisce attorno al verso iniziale della Notaachmatoviana un mondo di donne che, fra il Settecento e la fine del Novecento, hanno a loro modo contribuito alla storia culturale, politica e umana della Russia. Sebbene le arti e la politica, a quelle latitudini, siano sempre state di matrice patriarcale, questa raccolta di ritratti getta luce su un universo sconosciuto al grande pubblico, soddisfacendo al contempo le esigenze di un mercato che predilige, a torto o a ragione, il rosa.
I sedici profili presentati da Belgiojoso riflettono una gamma vasta di domini. Accanto all’Achmatova, donna simbolo della letteratura libera e della moralità di una fetta della dolorante società russa del Novecento, spiccano i ritratti di Praskov’ja Kovaleva, soprano di origine contadina alla corte di Caterina II, di Vera Figner, rivoluzionaria e membro dell’organizzazione terroristica per eccellenza dell’Ottocento russo, Narodnaja volja, di Ljubov’ Orlova, star del cinema sovietico e di Ekaterina Furceva, operaia e ministro della cultura dal 1960 al 1974. Ognuna di queste donne sorprende per intraprendenza e determinazione, per la rabbia contro un destino avverso e per la voglia di riscatto, e Belgiojoso le racconta con consapevolezza e partecipazione. Queste piccole biografie sono ben contestualizzate storicamente e restituiscono al lettore una messa a fuoco nitida del periodo durante il quale ogni eroina visse. L’autrice mostra la stessa chiarezza nel descrivere lo strazio degli anni Trenta e Quaranta sotto Stalin, la cui crudeltà intorbidì la storia del Paese e le cui tristi vicende familiari emersero solo dopo la sua morte, nel 1953, grazie anche alle memorie della figlia, Svetlana Allilueva, pubblicate nel 1967 negli Stati Uniti. Fra le personalità scelte da Margherita Belgiojoso quella di Allilueva è umanamente la più toccante: figlia prediletta del dittatore, donna intelligente e curiosa e vittima cosciente di un padre folle. Schiacciata da una fama atroce, Allilueva si sottrasse al proprio destino familiare con coraggio, adottando prima il cognome della madre e chiedendo poi asilo politico agli Stati Uniti durante un viaggio in India nel marzo del 1967, quattordici anni dopo la morte del dittatore e quando ormai la destalinizzazione voluta da Nikita Chruščev era un fait accompli.
Chiude la galleria di ritratti un omaggio ad Anna Politkovskaja, giornalista scomoda che, prima di essere uccisa nel 2006, aveva raccontato le guerre cecene e gli abusi perpetrati da russi e filorussi sui civili ceceni negli anni Novanta e primi anni Duemila. L’autrice – anche lei giornalista, già corrispondente per una decina d’anni da Mosca -racconta che Politkovskaja è l’unica che lei ha conosciuto fra le donne di cui ha scritto e, sapientemente, la colloca in coda al libro, personalizzando così un testo redatto con il distacco inevitabile di tempi più o meno lontani. L’ultima parola alla Politkovskaja è una provocazione implicita: una giornalista libera, uccisa in nome del proprio lavoro, ricorda al lettore una questione spinosa ma drammaticamente attuale in Russia, quella della (il)libertà di stampa. Anche se poi è storia nota che, censurati, culturalmente i russi hanno sempre dato il meglio di sé.
Eugenia Gresta
Laureata in Lingue e Letteratura Russa a “La Sapienza” di Roma, consegue un Ph.D. in Slavistica alla Univerisity of Michigan (Usa). Ha vissuto e lavorato a Mosca, Bruxelles e Washington D.C. dove ha insegnato Lingua e Letteratura Russa alla George Washington University. Al suo attivo anche due libri: “Il Poeta e la Folla” sulla poesia russa contemporanea e “Il russo per i più coraggiosi”, manuale per gli studenti pubblicato con la collega Svetlana Zueva. Autrice di saggi, articoli e recensioni apparsi su varie testate, italiane e non, vive oggi a Roma dove insegna lingua e letteratura russa presso l’Istituto Universitario “Carlo Bo”.