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Margherita Belgiojoso e le Donne di Russia di Federica Bassignana
Vite diverse e una sola, grande, meravigliosa, Storia
Vite diverse e una sola grande, meravigliosa, Storia: nel romanzo di Margherita Belgiojoso, Là dove s’inventano i sogni. Donne di Russia, viene raccontata la Russia degli ultimi due secoli attraverso lo sguardo di sedici grandi donne russe.
_ di Federica Bassignana
Là dove s’inventano i sogni. Donne di Russia, edito Guanda, di Margherita Belgiojoso è un intreccio di vite straordinarie che in una suggestiva – e toccante – polifonia raccontano la Grande Russia nei suoi cambiamenti, momenti salienti e trasformazioni. L’autrice tesse il fil rouge della narrazione attraverso scorci di biografie di sedici donne in ordine cronologico, in un incrocio di sguardi come avvincente espediente stilistico di transizione da un capitolo all’altro. Nomi noti e non: Vera Figner, Nina Berberova, Anna Achmatova, Zinaida Gippius, Lili Brik, Matil’da Kšesinskaja, Anna Politkovskaja. Scrittrici, cantanti, ballerine, attrici, dissidenti, rivoluzionarie, poetesse, giornaliste e amanti influenti si alternano come piccoli, grandi e necessari tasselli per conoscere meglio la grande protagonista del libro: la storia russa. Una narrazione continua, da un’epoca all’altra, da un momento storico a un altro, in un susseguirsi di giochi di sguardi e incontri.
«Ma lei può descrivere tutto questo?» aveva domandato una donna dalle labbra bluastre ad Anna Achmatova in fila davanti alle carceri di Leningrado – erano gli anni della “ezovscina”, del terrore staliniano – e lei rispose «posso», e divenne la loro voce. A descrivere tutto questo, la Russia degli ultimi due secoli, sono le vite delle donne che quella storia l’hanno vissuta, in tutta la sua bellezza, sofferenza, miseria e immensa meraviglia.
Di grande impatto evocativo, i dettagli: l’autrice descrive un universo di immagini e suggestioni, traboccante di indizi carichi di significato, rivelatori e mai esornativi, che amplificano il racconto nella sua potenza di narrazione. In ogni racconto penetra delicatamente anche un po’ della Russia di Margherita Belgiojoso.
“La sensazione del freddo sulla pelle, la vista del cielo di San Pietroburgo, gli odori delle stazioni nella notte, i paesaggi, gli spazi quotidiani, le emozioni, sono la mia Russia.” – Margherita Belgiojoso
L’orizzonte russo dell’autrice dona profondità al racconto con nitide e accurate descrizioni di un mondo che ha vissuto e amato.
Margherita Belgiojoso sospende il giudizio e descrive, muove i fili del racconto lasciando che le donne si passino il testimone l’un l’altra, da un secolo all’altro. Una galleria di donne diverse, accomunate dalla medesima vocazione a un anticonformismo intransigente, a valicare gli stereotipi del loro tempo, e dalla comune inclinazione a perseguire – ostinatamente e caparbiamente – i propri sogni. Di qui il titolo del libro: “Là dove s’inventano i sogni“. Proprio “Là”, in quel luogo ostile e magnifico allo stesso tempo che è la Russia, si doveva sognare, si doveva for fronte alla realtà e, in qualche modo, inventare i propri sogni. L’essere artefici del proprio destino, fabbricare e inventare erano concetti propriamente sovietici che esemplificano lo spirito del verso di Anna Achmatova a cui l’autrice congiuntamente all’editore si è ispirata.
“La Russia era – ed è – un posto in cui si poteva e si doveva sognare. Il sogno è un obiettivo che orienta la motivazione di ognuno a cambiare la propria realtà. Le donne del mio libro sono tutte straordinarie, sono visionarie, sognatrici e hanno saputo vedere più lontano.”– Margherita Belgiojoso